Il lavoro flessibile è diventato un tema di dominio pubblico e con esso, tutti i termini annessi come smart working, nomadismo digitale e addirittura, “workation”.
C’è voluta una pandemia globale per cambiare l’idea radicata che il lavoro si dovesse svolgere necessariamente da un ufficio, chiusi tra quattro mura. La retorica del cartellino ci ha impedito per anni di immaginare un lavoro senza vincoli fisici.
Il 2020 invece ci ha costretto a un cambio di concezione del lavoro, e a un balzo tecnologico in avanti senza precedenti: software gestionali, piattaforme per videoconferenze e strumenti di project management consentono ormai a molti lavoratori di svolgere il loro lavoro a distanza.
Così, dopo anni di asfissiante pendolarismo per raggiungere l’ufficio, fra metro affollate e code interminabili in auto, abbiamo capito che lavorare da remoto, e per di più in un luogo diverso dall’ufficio e da casa, è possibile.
Una normalizzazione del lavoro flessibile confermata anche dallo studio di Airbnb Italia dello scorso ottobre, che rivela come 66% degli italiani stia progettando di lavorare per un po’ lontano da casa.
Wokration: le nuova tendenza del lavoro flessibile scelta dai nomadi digitali
È questo il segno di apertura ad una delle nuove tendenze figlie dello smart working: la workation. L’espressione, nata dalla fusione di due termini fra loro ossimorici, ossia work e vacation, indica letteralmente svolgere il proprio lavoro da luoghi solitamente associati alla vacanza, alternando in modo equilibrato lavoro e relax.
Che sia una terrazza vista mare, un borgo rurale, o una città d’arte non è rilevante. Ciò che importa è disporre di tutta l’attrezzatura e gli strumenti necessari per lavorare a distanza.
Tra i primi sperimentatori della workation ci sono sicuramente i nomadi digitali, ossia tutti quei professionisti che, per venire incontro al loro desiderio di libertà, stimoli e mobilità, approfittano delle possibilità offerte dal digitale per svolgere il proprio lavoro da diversi luoghi nel mondo.
Due fenomeni che diventeranno sempre più frequenti, che determinano il passaggio ad una concezione del lavoro sempre più fluida e globale, e che noi abbiamo avuto modo di osservare già negli anni precedenti nel nostro spazio di coworking.
Come ogni estate infatti, anche Open Campus a si popola di coworker provenienti dal resto d’Italia e d’Europa che, venuti per trascorrere un po’ di tempo a Cagliari, scelgono i nostri spazi per le sessioni di smart working.
Fra questi c’è Patrick Nolan, coworker che abbiamo avuto il piacere di ospitare nel nostro spazio. 29 anni, di Galway, città situata nella costa occidentale dell’Irlanda, ci ha raccontato la sua esperienza.
Ciao Patrick! Di cosa ti occupi?
“Ciao. Lavoro come marketing e pre-sales manager per TRC Solutions, società con esperienza pluriennale in vendita, consulenza e fornitura di sistemi ERP per aziende e soluzioni di business.”
Come ti stai trovando in Open Campus e cosa ti piace di più del nostro spazio?
“Beh… L’edificio e i servizi qui sono ottimi, la connessione internet è perfetta, e ho trovato un bell’ambiente di lavoro: è come essere in un ufficio. Personalmente credo che questo sia lo spazio di lavoro perfetto per chi è o vuole diventare un nomade digitale. Mentre se lavori da casa capita spesso che il Wi-Fi non è ottimale, gli spazi sono stretti e manca l’attrezzatura giusta, qui ho tutti i servizi e gli strumenti che trovo in ufficio. Inoltre, il campus è davvero bello: gli spazi sono comodi e attrezzati, dal desk alla cucina, ho tutto ciò di cui ho bisogno e la vista dalla living room è davvero spettacolare.”
Come mai hai deciso di venire in Sardegna?
“Non ero mai stato qua in Sardegna e a Cagliari, così ho deciso di prendere un aereo per visitare un posto nuovo e provare a lavorare da qui. Appena arrivato, mi son bastati pochi giorni per capire che questo è il posto ideale per conciliare vita lavorativa e privata. Ho trovato un clima ideale, con persone amichevoli e prezzi economici. Qui la vita non è affatto costosa, specialmente se paragonata all’Irlanda. È un posto molto tranquillo.”
Come stai trascorrendo le giornate?
“Durante la settimana lavoro dalle 9 alle 18. Una volta finito, torno in centro e esploro la città: visito i quartieri storici, passeggio per le vie del centro e mi rilasso leggendo un libro o davanti a un aperitivo. Nel weekend invece, ne approfitto per visitare le spiagge dell’isola. Per ora ho visitato la costa di Baunei, Villassimius e l’isola di Sant’Antioco: posti davvero magnifici in cui ho fatto snorkeling ed escursioni naturalistiche.”
Pensi di tornare a trovarci?
“Assolutamente sì! Spero vivamente di riuscire a tornare fra settembre e ottobre, per godermi ancora un po’ Cagliari e salutarvi.”
Non solo posti da sogno per il workation. Servizi e spazi efficienti per nomadi digitali
Insomma, ci sembra proprio che l’approccio di Patrick sia quello giusto per equilibrare egregiamente lavoro e vacanza!
Sia chiaro però che chiunque voglia fare un’esperienza di questo tipo, necessita di una serie di strumenti per poter lavorare in maniera agile e flessibile: connessione valida, desk e postazioni ergonomiche dotate di ogni comfort, sale riunioni per video-call e meeting.
Se sei qui in vacanza e cerchi uno spazio di lavoro fra un bagno al mare e l’altro, ci trovi sempre al solito posto: il nostro coworking a Cagliari ti aspetta!
Digital Nomad
“Persone che sfruttano le tecnologie digitali per svolgere il loro lavoro da remoto, conducendo una vita nomade senza una sede lavorativa fissa.”
Workation
“Nuovo trend che si sta affermando nel settore dei viaggi e consiste in una vacanza che permette di lavorare da remoto in un luogo di villeggiatura.”